I numeri e le lettere che preferiscono:
quasi una cabala

Il mio numero è il 14: nato non dirò in che anno a Milano il 14 novembre: laureato ibidem non dirò di che alloro il 14 luglio. Della presa della Bastiglia non me ne frega un fico secco. Apprezzo i numeri pitagorici, massime il 5 esprimente armoniosa perfezione. Il 12 mi sa un po’ di coccodè, di galline, di ova pasquali, di serenità pasquatica bergamasca o brianzola, da non ispregiare tuttavia. Meno leggibile nel mio fegato, neppure dal più bugiardo degli aruspici, è il numero neoplatonico plotiniano origeniano, voglio dire il 3, per cui Dante faceva il tifo. 3, quando non siano 5, le porte dei ministeri e delle cattedrali: ne convengo: 3 le virtù teologali, fede, speranza, carità. Mi studio praticare la carità, mentre ho poca fede nelle umane cicalate, e nessuna speranza. Secondo multiplo e seconda potenza del 3, il 9 è il numero delle Muse, a cui ho quel rispetto che un contadino suole avere alle proprie bestie, voglio dire alle proprie vacche: di quando in quando cerco di mungerne una, ma non sempre mi riesce. Il 7, che è la metà del mio 14, è il numero dei peccati capitali che tutti partecipo meno uno, c’est à vous de deviner lequel.

Se la superstizione latina riteneva i dispari come fausti e aborriva i pari come infausti io, al contrario, prediligo i pari, specie il 2 e le successive potenze, simbolo dicotòmico dell’acrèdine dialettica e dianoètica, araldo della disgiunzione o dilemma, santo recipiente dell’antitesi, e della reazione critica alle peggiori baggianate, segno vivo e fluente della numerazione e della polarità sessuale, epperò di un facile e felice moltiplicarsi (della vita, dei baiocchi), imagine della emulazione e della gara e della concorrenza che ci adduce al perfetto, della botta e risposta che ci costringe a duellare, dei piloni del ponte che ci permetterà di trascorrere verso l’infinito.

Contrariamente alla superstizione araba, prediligo le cifre tonde. Visto che ci sono tante associazioni, e ogni una col suo presidente, a me potreste nominarmi presidente effettivo dell’associazione internazionale per le cifre tonde. La mia lettera preferita è la A, che congiunta a I dà I-A, e mi concede fare, in due battute, il ritratto parlante di chi mi sfotte.

Published by The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)

ISSN 1476-9859

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