Quattrocento contenitori di maiolica, su scaffali a quattro pareti. Il pieno formale, uno dei tanti possibili, ottenuto ed esibito come ripetizione e contiguità. Oggi nella perfetta rimozione della funzione farmaceutica, perché la Farmacia dell’Ospedale degli incurabili non cura più i suoi clienti.
Anche così, però, quattrocento ripetizioni non sono poche. E il tutto – forma, materia, ossia materia formata che non fa né pieno né vuoto né fuga prospettica – è tale da mettere urgenza di salute a qualunque ipocondria. Urgenza che non può essere che d’identità, ma solo nel senso di cosa unicamente identica a se stessa: il perfetto isolamento di cosa affatto contigua! Ecco la salute (il sogno di salute) dell’identità vera – per quanto l’urgenza stessa rischi di ammontare, piuttosto, ad una più complicata malattia.
Sette incurabili – tra le migliori cartelle cliniche dell’Otto-Novecento italiano – sono qui chiamati a testimoniare la contraddizione delle proprie rispettive farmacie. Che altro potrebbero fare del resto per questo libro? Smettere di calcolare le vie di fuga? godersi lo stretto e l’indistinzione del proprio posto-turno? Lo scaffale, si sa, vince sempre. A qualcosa però dovrà pur valere la capacità di accelerazione tossica che a certe ore e d’un tratto li trasforma – inerti, di regola, tra colleghi quasi indistinguibili – in formidabili potenze della biochimica.
Da Collodi a Calvino dunque, ma con sovversione di molte aspettative, perché qui premeva osservare l’invenzione e la manutenzione della singolarità. Tra vari omaggi al farmaceuta recentemente scomparso – e quindi con numerosi prelievi, anche quelli singolari, di derridina (sostanza da aggiungersi alle già molto inventive annina, nicotina, tiroidina), perché la fine del mondo rimanga, almeno lei, ogni volta unica.
Federica G. Pedriali, La farmacia degli incurabili. Da Collodi a Calvino, Ravenna, Longo, 2006, 178pp., ISBN 88-8063-527-1.
Federica G. Pedriali è professore associato di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Edimburgo. È autore di numerosi saggi sull’Otto-Novecento maggiore, tra cui Altre carceri d’invenzione. Studi gaddiani (2007). Ha curato e co-curato vari volumi, tra cui Montale Readings (2000), A Pocket Gadda Encyclopedia (2002, 2004), Disharmony Established. Festschrift for Gian Carlo Roscioni (2004), Vested Voices II. Creating with Transvestism: from Bertolucci to Boccaccio (2007). Ha fondato e dirige l’Edinburgh Journal of Gadda Studies.
La farmacia degli incurabili – Premio Nuove Lettere 2005; Premio Selezione Arché 2007; secondo classificato Premio Mario Soldati 2006; menzione speciale Premio Città d’Isernia 2007.
EJGS Review by C. Carmina, EJGS 5/2007
Published by The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)
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