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Per uno studio critico della fortuna di Gadda in Spagna
Assumpta Camps
Gli studi sulla ricezione di un autore o gruppo di autori in traduzione permettono di osservare il sistema letterario di arrivo e la sua interazione con quello di origine; rapporti inter e intrasistemici motivano e al contempo spiegano le traduzioni avvenute in un dato momento e contesto storici. Il discorso si fa particolarmente interessante nel caso della Spagna per via della varietà linguistica e della diversità di tradizioni letterarie proprie del sistema. Oggetto di questo breve studio sono i rapporti intrasistemici spagnolo-catalani, a partire da un dato intersistemico: la ricezione spagnola della narrativa italiana della seconda metà del Novecento e dell’opera di Gadda nella fattispecie.
Sede per eccellenza dell’editoria in lingua catalana, Barcellona è stata in passato ed è tuttora centro di prim’ordine nell’editoria in lingua spagnola sia nazionale che iberoamericana. Con frequenza crescente negli ultimi decenni, case editrici e gruppi editoriali barcellonesi tendono, anzi, a proporre un titolo contemporaneamente in catalano e in spagnolo, anche se non sempre con gli stessi criteri; tutte cose che rendono l’approccio sistemico allo studio della ricezione di un autore in traduzione ancora più interessante.
E veniamo, per brevi, brevissimi cenni, alla ricezione spagnola della letteratura italiana negli ultimi cinquant’anni. I criteri di valutazione, in pieno sperimentalismo, cioè in pieni anni ’60, continuano a privilegiare una poetica di stampo neorealista, mentre la nuova narrativa spagnola si rifà soprattutto ai modelli francesi ed inglesi. Persiste, fino alla fine del decennio, la traduzione di opere neorealiste, nel disinteresse per le migliori voci dello sperimentalismo italiano; poche le tracce della crisi e della reazione al neorealismo, e più tardi della Nuova Avanguardia nella storia della traduzione in lingua spagnola – nulle o quasi quelle in lingua catalana.
La situazione politica spiega in parte la chiusura, e di certo bisogna attendere la morte di Franco, nel ’75, per assistere ad un diverso interesse ispano-catalano verso le novità del mercato librario estero. Si aggiunga inoltre che con l’apertura politica, la cultura anglosassone sostituisce, come altrove nell’Europa continentale, passate culture di prestigio, specie la francese. A rapporti culturali di antica data, quali quelli italo-catalani, subentrano, allora, relazioni con nuovi e più lontani centri culturali, il tutto congiuntamente alle dinamiche di centro e periferia già proprie del sistema.
Questo, dunque, il contesto della fortuna spagnola di Gadda – ricezione, va subito detto, dal decorso leggermente più positivo di quello di altri scrittori sperimentali italiani. Vediamone in breve le tappe.
La prima traduzione di Gadda in spagnolo data al ’65. Segue, cioè, non diversamente da quanto avviene nei paesi anglosassoni negli stessi anni con le traduzioni di William Weaver, l’assegnazione del Prix International de Litérature alla Cognizione del dolore nel ’63. Il romanzo viene pubblicato, appunto nel ’65, dalla casa editrice Seix Barral di Barcellona, col titolo El aprendizaje del dolor, a cura di Joan Petit e Juan Ramón Masoliver. Sempre nel ’65 esce la traduzione in spagnolo dell’altro romanzo maggiore, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, col titolo El zafarrancho aquél de Via Merulana, stessa casa editrice e stesso traduttore, Juan Ramón Masoliver.
La Cognizione sarà poi riproposta nell’89, in un’edizione comprendente anche i capitoli VIII-IX, ma a presentarla questa volta è la casa editrice Cátedra di Madrid. Il testo è accompagnato da una prefazione di Contini, e da una premessa di Roscioni. Verrà riedita ancora nel 1990, dalla stessa casa editrice, sempre per la collana «Letras universales», in un’edizione però molto più modesta, senza né introduzione né premessa. Il Pasticciaccio sarà pubblicato in volume singolo da Seix Barral nell’84, e ancora nel ’90 e nel ’98. L’opera completa dell’autore non verrà presentata in Spagna, in spagnolo, fino ad anni molto più recenti, e precisamente nel ’97, con seconda e terza edizione nel ’98, nella collana «Clásicos contemporáneos internacionales» di Planeta di Barcellona.
I due romanzi maggiori di Gadda si affermano, quindi, in contesto internazionale e, nello specifico, spagnolo, a partire dalla metà degli anni ’60. Nei primi anni ’70, poco prima della morte dell’autore, in Spagna vengono proposte altre due traduzioni, sempre in spagnolo. La prima è un volume miscellaneo di narrativa breve (comprendente però anche un saggio, dai Viaggi la morte), Dos relatos y un ensayo: Estudio 128 del incendio de Via Keplero, La Adalgisa, Cómo trabajo, a cura di un nuovo traduttore, Francesc Serra Cantarell, e una nuova casa editrice, Tusquets di Barcellona. Il volume esce nel ’70 nella collana «Cuadernos marginales». L’anno seguente lo stesso traduttore pubblicherà, questa volta per i tipi di Barral di Barcellona, e sempre in spagnolo, La mecánica, da poco uscita per la prima volta in Italia. L’avvenimento della morte di Gadda, nel ’73, non segna però la ripresa della sua fortuna in Spagna. Non vengono, difatti, pubblicati nuovi titoli, non si intraprende la ricapitolazione della sua opera, edita o inedita.
La storia della traduzione di Gadda in Spagna presenta, come si diceva, caratteristiche specifiche e una notevole pluralità di ricezione, su un arco temporale considerevole e con distanza cronologica dai testi italiani – distanza che ricorda quella esistente fra stesura e pubblicazione di molti dei titoli originali. Se è vero, infatti, che La mecánica viene pubblicata in Spagna a solo un anno dall’edizione italiana, e che solo sette anni separano la prima edizione italiana in volume del Pasticciaccio dalla traduzione spagnola, va però detto che ciò rappresenta l’eccezione e non la regola – basti pensare alla lunga attesa di un testo come l’Adalgisa.
A questo punto bisogna fare un altro tipo di osservazioni. La quasi la totalità delle traduzioni di Gadda sono in lingua spagnola ma d’ambito catalano grazie a case editrici catalane e a traduttori catalani. Gadda, inoltre, esce per la prima volta a Barcellona, quando comincia a perdere validità la proposta neorealista all’italiana. È solo in tempi recentissimi, infatti, e più precisamente dall’89, che Madrid prende ad interessarsi della diffusione dell’opera dello scrittore – interesse però sempre molto parziale, limitato alla riedizione della Cognizione e alla diffusione specialistica in ambito universitario.
Le prime traduzioni in catalano sono, d’altro canto, un fenomeno recente, legato alle celebrazioni del centenario della nascita dello scrittore. Nel ’92 esce La coneixença del dolor, a cura di X. Riu, in una collana prestigiosa, di larga diffusione popolare, della casa editrice Edicions 62 di Barcellona: «Les millors obres de la literatura universal. S. XX». Poco dopo, un’altra casa editrice barcellonese, Proa, ugualmente impegnata da anni nella diffusione dei classici della narrativa contemporanea con la collana «A tot vent», prende l’iniziativa proponendo una rischiosa, polemica traduzione del Pasticciaccio, dal titolo Quell Merdé Hurrible de Via Merulana, in cui il traduttore, Josep Julià, tenta, senza peraltro davvero riuscirvi, di riprodurre in catalano la pluralità linguistica e dialettale dell’originale. Che sia perché l’esperimento di Julià non ha funzionato o perché Gadda rimane autore non solo difficile da tradurre ma anche dalle vendite non altissime, l’avventura editoriale in lingua catalana non è stata più ritentata.
L’esperienza catalana suggerisce alcune osservazioni conclusive. Gadda resta, a tutt’oggi e nonostante la buona presenza in traduzione, un autore non moltissimo conosciuto in Spagna, e meno conosciuto in catalano che in spagnolo. Lo frequenta, per lo più, un pubblico specialistico, in grado di tentarne la lettura in lingua originale. Un pubblico che probabilmente, e quasi paradossalmente, lo preferisce, nonostante le traduzioni, da un lato, e dall’altro, la difficoltà, in lingua originale.
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Appendice
Elenco delle traduzioni di Gadda in spagnolo e in catalano:
El zafarrancho aquél de Via Merulana, traducción y nota de Juan Ramón Masoliver, Seix Barral, Barcelona 1965 («Biblioteca Breve»). Reedición para «Obras maestras de la literatura contemporánea», 1984. Reedición: 1990, 1998. Reedición: parte de Obra Completa, vol. VIII, Editorial Planeta, Barcelona 1997, 1ª. y 2ª. ed., 3ª. ed. 1998 («Clásicos contemporáneos internacionales»).
El aprendizaje del dolor, traducción de Juan Petit y Juan Ramón Masoliver, Seix Barral, Barcelona 1965 («Biblioteca Formentor»). Reedición: traducción de los capítulos I-VII de Juan Petit y Juan Ramón Masoliver; traducción de los capítulos VIII y IX de M. N. Muñiz; introducción de Gianfranco Contini; premisa de Gian Carlo Roscioni, Cátedra, Madrid 1989 («Letras universales»). Otra: traducción de M. N. Muñiz, Cátedra, Madrid 1990 («Letras universales»).
Dos relatos y un ensayo: estudio 128 del incendio de Via Keplero, La Adalgisa, Cómo trabajo, traducción y prólogo de Francesc Serra Cantarell, Tusquets, Barcelona 1970 («Cuadernos marginales»).
La mecánica, traducción de Francisco Serra Cantarell, Barral, Barcelona 1971 («Breve Biblioteca de Literaturas»).
La coneixença del dolor, traducción al catalán de Xavier Riu, Edicions 62, Barcelona 1992 («Les millors obres de la literatura universal. Segle XX»).
Quell Merdé Hurrible de Via Merulana, traducción de Josep Julià, Enciclopedia Catalana-Edicions Proa, Barcelona 1995 («A tot vent»).
Published by The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)
ISSN 1476-9859
ISBN 1-904371-03-5
© 2002-2023 Assumpta Camps & EJGS. First published in EJGS. Issue no. 2, EJGS 2/2002.
Artwork © 2002-2023 G. & F. Pedriali. Framed image: after Tullio Pericoli, Secondary Literature, 1982 – with photograph of Gadda in 1924 superimposed.
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