Pocket Gadda Encyclopedia
Edited by Federica G. Pedriali
![]() |
Parise
Jon Usher
Ex-vicino di casa dell’ingegnere (dal ’61, a Roma, dove da discepolo l’assillava di forse fatue domande matematiche), accomunato anche da dolorosi traumi familiari e irrequietezze fra mestiere e vocazione, difficilmente vivibili ma fertili per la scrittura, Goffredo Parise scrive romanzi di successo, racconti brevi abbastanza sconcertanti, saggistica, teatro e sceneggiatura cinematografica, e molto giornalismo (specialmente di viaggio), pur sognando sempre di fare il pittore. Di Gadda parla in tre scritti brevi, mentre, forse non inaspettatamente, l’ingegnere da parte sua non menziona mai Parise. È stato, in fin dei conti, un rapporto culturale fruttuosamente asimmetrico.
Del sodalizio romano con Gadda Parise si ricorda in un breve pezzo intitolato semplicemente L’ingegnere. Più che di un ritratto, si tratta di un insolito omaggio alla lingua metodicamente vorticosa del maestro. Come Queneau, che in Esercizi di stile (di cui restano precise tracce nel pezzo parisiano) racconta un fatto minimo impiegando tutte le risorse stilistiche possibili, Parise parte da una situazione banale.
L’ingegnere sta rientrando a casa, aristocraticamente esitante fra il tener questo mondo infernale in gran dispitto o il soccombere ad ansie e fobie contingenti – traffico e sporcizia urbani. L’incontro con un cane randagio provoca serie ma inutili dubitazioni metafisiche; dopo di che l’ingegnere riesce «con una corsettina di genio» – degno, si direbbe, di un Guido Cavalcanti (Decameron 6, 7) – a raggiungere casa sua e a riconquistare il suo «personale pianeta: delle parole, delle immagini». Di per sé l’immagine è un po’ ingenua: la solita storia dell’artista che abita un mondo a parte, e che porta le sue elucubrazioni con sé anche quando esce per far le spese, o in questo caso a sorseggiare un bicchierino di Pinot.
Ma lo scopo del pezzo di Parise è ben altro. Vuol provare la penna con delle escursioni gaddiane, una novità scritturale nei confronti dello stile, pur barocco, dei suoi romanzi più fortunati, come Il padrone. È chiaro che i bizzarri scatenamenti lessico-alchemici dell’ingegnere sono stati letti con attenzione minuziosa, anche se la base universalistica del sapere gaddiano viene semplicemente riprodotta dall’esterno e non generata da pullullante matrice subconscia. Il progetto di Parise è di collaudare la saldezza dei legami fra parola e parola, di investigare i limiti strutturali di lunghezza delle stringhe verbali. Basti l’esempio (parziale!) dello sguardo all’ingiù, verso le immondizie che popolano di strani messaggi la via di ritorno dell’ingegnere:
un cadaverino di maestoso volatile, stecchito, defunto da anni e abbandonato nel deflusso d’immondizia lungo la scarpata di un fosso strangolato dai geometri addetti, in compagnia di bambolotti in resina poliestere, boccali, cocci, bende e garze, detriti di soda, cenere che non vola più da un bel pezzo, non canta, non si fa sentire. E poi una 220 Mercedes Benz con profilo interno di cardinale…
Parise ha colto il fascinoso e caratteristico (s)viluppo mentale per cui il fosso inevitabilmente trascina dietro i geometri addetti, ed ha riprodotto con esattezza la futile ma quanto necessaria presenza di Benz per qualificare la grande Mercedes già repertoriata numericamente. E poi quel «profilo interno di cardinale»… L’omaggio per quanto montato è quanto mai sincero.
Il secondo pezzo, Le «bombe» dell’ingegnere, risponde di sbieco all’invito del direttore di Libri nuovi di commentare gli ultimi capitoli (le bombe) della Cognizione del dolore rimasti sino ad allora inediti. Parise immagina di leggere ad alta voce certi brani dalle bombe a Gadda stesso, gaddianamente vestito (e gaddianamente descritto) «in zimarrone marron peloso con foulard marron di “seta pura”, pigiama e “noni” (“noni” è termine veneto: significa pantofoloni di felpa quadrettata, con suola di feltro, calzati dai nonni – appunto – o infanti freddolosi e immoti di qua dalle finestre a fissare nevischi, neve, tenebre, gelo e ghiaccio e curve di luna a neve finita)». Sono pantofole-romanzo, come una volta si scrivevano romanzi-fiume.
Scritto come un dialogo teatrale, Le bombe permette a un Gadda virtuale di bofonchiare le sue critiche – aspre e temibili – contro l’autore di questi capitoli inediti (e i commenti sulla «merda» ne sono tipici). Benché inventate, le reazioni di questo pignolo Gadda colgono esplicitamente la lezione di Roscioni, e manifestano una acuta comprensione della poetica di base. In pratica, l’autore massimo di enumerazioni caotiche si può presentare soltanto offrendo ulteriori campioni di elenchi di parole. Parise illumina infine la sua lettura mettendo il dito non solo sul rapporto spesso invocato fra giallo e Gadda, ma anche fra Gadda e cinema. Parise, nonostante la dichiarata modestia, è un fine gaddista.
Il terzo pezzo, forse meno impegnato criticamente, s’intitola L’ingegnere aneddotico. Se lo scritto precedente offriva enumerazioni come presentazione critica di un autore enumerativo, qui Parise propone una biografia fatta solo di aneddoti, forma frammentaria e combinatoria che meglio si addice alla kaleidoscopica personalità dell’ingegnere. Quello che offre è solo un assaggio, ma «gli aneddoti», dice Parise, «potrebbero tollerare la presenza di note esplicative, quantum prodest, riguardanti nomi, cognomi, tipi e personaggi implicati nelle ceremonie verbali del Gadda». Come si vede ancora una volta, Parise offre, in un gioco sapientemente ricorsivo, lo schema promettente di un finto ma perciò più affidabile Gadda par lui même. Gli aneddoti effettivamente presentati nel pezzo non mantengono, però, le promesse. Superficiali e perfino volgari, sottolineano il cliché del Gadda misogino (o timido), volutamente reazionario, sono offerti forse come affezionata (e subconscia) espressione di rivalità fra discepolo mondano e maestro estrosamente inetto.
University of EdinburghPublished by The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)
ISSN 1476-9859
ISBN 1-904371-00-0
© 2002-2025 by Jon Usher & EJGS. First published in EJGS (EJGS 2/2002). EJGS Supplement no. 1, first edition (2002).
© 2002-2025 Pocket Gadda Encyclopedia edited by Federica G. Pedriali.
© 2002-2025 Artwork by G. & F. Pedriali.
All EJGS hyperlinks are the responsibility of the Chair of the Board of Editors.
EJGS is a member of CELJ, The Council of Editors of Learned Journals. EJGS may not be printed, forwarded, or otherwise distributed for any reasons other than personal use.
Dynamically-generated word count for this file is 1011 words, the equivalent of 3 pages in print.